lunedì, ottobre 08, 2007

30 anni fa nasceva l'Atari

Lo so, non si tratta di Bubble Bobble ma siamo sempre in tema, visto che si parla del padre di tutti gli arcade, il nonno di tutte le consolle: 30 anni fa infatti nasceva l'Atari. Ecco l'articolo di Elmer Burchia rubato a Corriere.it :

Sei levette poste sulla plancia in legno, due joystick, un controller, 128 byte di memoria: si presentava così una delle più amate console per videogiochi di tutti i tempi, l'Atari 2600. Nell'ottobre del 1977 il prodotto tecnologico venne presentato al mondo: il primo lancio sul mercato fu però un flop.
Ci vollero ben due anni di progettatione e sviluppo per portare nei negozi la prima console per videogiochi programmabile, il "Video Computer System" (VCS). Con l'apparecchio, che in seguito venne chiamato "Atari 2600", si voleva superare il successo del leggendario videogame Pong. A differenza del suo predecessore, che consentiva infatti l'utilizzo di un solo gioco già pre-installato, "Atari 2600" doveva essere "programmabile", quindi disporre di un software con più di un unico gioco.
Il VCS arrivò sugli scaffali statunitensi in tempo per gli aquisti natalizi nell'ottobre del 1977: il successo, però, non fu immediato. Anzi, le vendite non erano quelle sperate. Centinaia di migliaia di esemplari dell'apparecchio - che allora costava 250 dollari - non trovarono un acquirente e rimasero in cantina. Il problema principale: la scelta dei giochi era troppo ristretta. In occasione del lancio c'erano solo nove titoli tra i quali scegliere. La svolta arrivò tuttavia col game Arcade "Space Invaders". Nel 1979 Atari acquistò i diritti su alcuni giochi da sala, realizzando conversioni per la sua console. Una mossa azzeccata; "Space Invaders" è stato uno dei videogiochi più influenti della sua generazione. E oltretutto, in casa sua in Giappone, il videogame era talmente amato nelle salegiochi che per un certo periodo si verificò persino un'improvvisa carenza di monetine da 100 yen, ingoiate dai tanti distributori a gettone. Il gioco di per sé è semplicissimo: a suon di cannonate il giocatore abbatte un'invasione di navicelle aliene. Perlopiù con un numero illimitato di colpi.
Nell'anno della sua uscita negli Usa i ragazzi si riversarono a frotte nei negozi per accaparrarsi l'ambita console e poterci giocare in casa. Il risultato: circa 30 milioni di esemplari dell'Atari 2600 sono stati venduti negli anni successivi, anche grazie ai mitici Pac Man ed E.T. E quasi 5 miliardi di dollari sono entrati nelle casse Atari. Il programmatore Rick Maurer, che con la sua versione fece il successo di Space Invaders e Atari, ottenne un indennizzo di appena 11.000 dollari - e non lavorò mai più per la società. Atari invece ha goduto della popolarità della console per diversi anni: almeno 200 giochi sono stati sviluppati per il sistema. Tutti sono stati venduti su cosiddetti cartridges, piccoli moduli di gioco che si fissavano semplicemente sull'apparecchio, dopodiché si cominciava subito a giocare. Ne sono stati venduti circa 120 milioni di pezzi.
Il declino nelle vendite arrivò a inizio degli anni Ottanta quando sul mercarto comparsero i più versatili home-computer, quali l'Apple II e il Commodore 64. La stessa console, prodotta negli anni in diverse versioni, è comunque stata acquistata quasi 30 milioni di volte. Appena nel 1991, 14 anni dopo la sua presentazione, la produzione si fermò. Ma nessun'altra console ha riscontrato per così lungo tempo un tale favore del pubblico. Ricordiamo le caratteristiche tecniche di quel modello: un microprocessore da 1,19 megahertz; RAM da 128 byte; sistema operativo con un chip 32 da kilobyte; 128 colori con una risoluzione da 320 per 200 pixel; due canali mono.
Col progetto "Stella", i fan più nostalgici possono riportare in vita sui loro computer di casa (Pc e Mac) l'oramai datata console Atari. Stella era infatti il nome in codice dell'Atari 2600 quando è stata progettata nel 1975. Stella è oggi l'emulatore per Atari 2600, open source, compatibile con tutti i giochi del catalogo Atari VCS 2600.

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